Servizi idrici e rifiuti: i primi risultati Unibo e ATERSIR

Data: 
10/05/2016

Dopo un anno dalla convenzione, l'Alma Mater e l'Agenzia della Regione Emilia Romagna presentano pubblicamente i risultati ottenuti nell'ambito del progetto sulla regolazione dei servizi idrico e rifiuti.

Venerdì 20 maggio, alle 10,30, nell'Aula C di Via Belmeloro 14, si svolgerà il convegno "Regolazione dei servizi idrico e rifiuti: Il caso Emilia-Romagna". Un gruppo costituito da  ATERSIR - Agenzia della Regione Emilia Romagna e dai ricercatori di varie discipline dell'Alma Mater, presenteranno pubblicamente i risultati ottenuti nell'ambito della regolazione dei servizi idrico e rifiuti.

Nel corso del convegno, il Dott. Alberto Biancardi, Autorità per l’energia elettrica il gas e il sistema idrico, e il Prof. Giuseppe Caia, docente del Dipartimento di Scienze Giuridiche, presenteranno le più recenti evoluzioni normative del settore regolazione dei servizi idrico e rifiuti, nell'ambito della riforma della pubblica Amministrazione (Decreto Madia). Il Prof. Enrico Sangiorgi, prorettore per la Didattica dell'Università di Bologna, chiuderà l'incontro, dopo gli interventi di ATERSIR, HERA e IREN, ribadendo le funzioni fondamentali che i servizi idrico e rifiuti svolgono per i cittadini dal punto di vista sociale, economico e ambientale.

Nella Regione Emilia-Romagna, il costo annuale per i due servizi è vicino al miliardo di euro, cui corrisponde una produzione, riciclo e smaltimento di poco meno di 3 milioni di tonnellate di rifiuti urbani e assimilati, il prelievo di 450 milioni di metri cubi di acqua, oltre 400 milioni di metri cubi di acque collettate dalla rete fognaria, che è complessivamente superiore a 25.000 km.

La corretta regolazione dei servizi intercetta i temi sociali ed economici ed è un indicatore della qualità di una comunità. Da queste premesse è nata l'idea di costituire un gruppo di lavoro congiunto tra ATERSIR, l'agenzia che si occupa della regolazione e di organizzazione territoriale dei servizi idrico integrato e rifiuti, e dai ricercatori del Dipartimento di Ingegneria dell'Energia Elettrica e dell'Informazione (DEI), del Dipartimento di Scienze Giuridiche (DSG), del Dipartimento di Ingegneria Civile, Chimica, Ambientale e dei Materiali (DICAM), del Dipartimento di Scienze Economiche (DSE) e del Dipartimento di Scienze e Tecnologie Agro-Alimentari (DISTAL) dell'Università di Bologna.

La corretta regolazione si ottiene con una perfetta sintesi tra due modelli antitetici: mercato e monopolio. I servizi regolati sono tradizionalmente gestiti attraverso la concorrenza per il mercato, ovvero si trasferisce la competizione delle imprese nella fase di acquisizione del diritto temporaneo a servire il mercato in condizioni di monopolio. Tuttavia, la potenziale inefficienza del monopolio naturale può e deve essere superata attraverso l'azione indipendente e trasparente delle autorità di controllo. In particolare, è determinante disporre di adeguati strumenti per verificare la congruità dei costi e delle componenti di costo, un'azione in potenziale contraddizione con il vincolo normativo che impone di coprire integralmente i costi rendicontati dal gestore.

D'altra parte, non sarebbe possibile gestire i servizi attraverso un modello di libera concorrenza (nel mercato), perché i servizi trattano beni comuni, ovvero beni universali (non è possibile escludere un soggetto dal consumo del bene, a meno di costi elevatissimi) e non è possibile definire scelte unicamente determinate dal profitto, ma è prioritario perseguire l’interesse generale. Inoltre, gli impianti e le reti non sono facilmente duplicabili a costi economicamente accettabili ed anche per ragioni di interesse pubblico.

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