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Report su indicatori di costo del servizio di gestione rifiuti urbani - Anni 2013-2014-2015-2016-2017-2018

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Alla vigilia di una nuova fase della regolazione del servizio gestione rifiuti urbani (quel servizio pubblico di interesse generale che comprende lo spazzamento e lavaggio delle strade, la raccolta e il trasporto, il trattamento e lo smaltimento dei rifiuti indifferenziati, la raccolta e il trasporto, il trattamento e il recupero dei rifiuti differenziati), che prende il via nel 2020 con l’approvazione del MTR (Metodo Tariffario Rifiuti) da parte di ARERA Autorità nazionale indipendente (Autorità di Regolazione Energia Reti e Ambiente), delibera n. 443/2019 del 31 ottobre 2019, si conclude per certi aspetti un ciclo importante, nel quale – in assenza di specifici riferimenti normativi o tecnici di carattere nazionale – si è comunque attuata una regolazione indipendente, di ambito e fondata su norme regionali molto rilevanti (si citano le delibere 135/2013, 380/2014, 467/2015 sulla tariffa di smaltimento dei rifiuti indifferenziati, la delibera 754/2012 sulla rendicontazione economico-finanziaria obbligatoria del servizio, la delibera 1441/2013 e la 1091/2017 sul riconoscimento di costi delle gestioni post operative delle discariche all’interno dei Piani Economico Finanziari, oltre naturalmente alla legge regionale 16/2015 sull’economia circolare, al Piano regionale di gestione dei rifiuti approvato nel 2016, alle delibere di giunta regionale sul monitoraggio dei flussi agli impianti di rifiuti indifferenziati, strettamente connessa alla definizione delle tariffe di smaltimento, cosiddette tariffe al cancello). Un’esperienza significativa che ha fatto sicuramente da riferimento a livello nazionale, che ha visto come soggetto “normatore” la Regione Emilia-Romagna e come soggetto attuatore l’Agenzia ATERSIR.

Al termine di questo importante ciclo mettiamo doverosamente a disposizione un articolato Rapporto con il quale si illustra l’andamento dei costi del servizio gestione rifiuti definiti da ATERSIR sulla base delle norme tecniche sopra indicate. Tutti gli indicatori, rappresentati per tutta la regione, articolati in varie forme di aggregazione (cluster), si riferiscono al costo tecnico del servizio, ovvero il costo riconosciuto ai gestori, contenuto nel PEF (Piano Economico Finanziario) approvato dalla nostra Agenzia. Essi sono riferiti al periodo 2013-2018 e costituiscono la parte più rilevante della TARI pagata dai cittadini; la parte più rilevante perché al costo del servizio (il PEF) si aggiungono altre voci variabili definite dai singoli comuni nella fase di approvazione dei bilanci comunali. Nel rapporto sono anche riportati alcuni indicatori di performance tecnica dei servizi di raccolta, come le percentuali di raccolta differenziata. Tutti gli altri indicatori tecnici sono già contenuti in altri rapporti come quello annuale di Regione e Arpae.

Una sola importante avvertenza. I confronti che il Rapporto propone devono essere considerati con molta attenzione e non possono essere usati per fare grossolane classifiche. Come spiegato nel testo, le differenze di costi in molti casi trovano precise ragioni nella storia dei servizi, nella loro qualità, nei diversi costi di smaltimento agli impianti, ed in altri aspetti che eventualmente dovrebbero essere adeguatamente approfonditi. Tuttavia costituiscono un riferimento importante e solidamente costruito, da cui è opportuno partire per muovere valutazioni e considerazioni fondamentali relative a questo servizio pubblico.

 

Per richieste di informazioni ed approfondimenti contattare Giorgia Chergia (giorgia.chergia@atersir.emr.it).

Argomento: 
Data: 
2019
Numero Ordinamento: 
1